La domanda più frequente in assoluto è: Quando si deve pensare di ricorrere al Lifting? Non c’è una risposta precisa o un’età di riferimento, in quanto il cedimento del viso è soggettivo, e dipende da una serie infinita di fattori (genetici, razza, alimentazione, stile di vita).
Generalmente, i pazienti che ricorrono al Lifting hanno un’età compresa tra i 40 e i 60 anni, ma si ottengono ottimi risultati anche nelle fasce di età superiori.
La decisione scatta nei pazienti quando l’aspetto esteriore ed interiore non coincidono, causando loro un disagio psicologico. L’obiettivo è di riequilibrare lo stato di giovinezza che sentono dentro con l’aspetto estetico. Questo è il motivo per il quale si sta abbassando l’età del Lifting, intorno ai 40 anni, per allungare al massimo la giovinezza del volto.
È un intervento doloroso?
No. Nella settimana successiva si può avvertire un senso di pesantezza del volto, facilmente controllabile con antinfiammatori e antidolorifici.
Che tipo di cicatrici lascia?
Il lifting prevede incisioni cutanee che lasciano cicatrici non visibili, in quanto estremamente sottili e opportunamente nascoste o tra i capelli o dietro l’orecchio o sotto il mento.
L’unica cicatrice appena percettibile è quella che si trova davanti all’orecchio: è di tipo lineare e con il tempo tende a sbiadire e ad assomigliare a una ruga.
Quanto dura l’intervento?
Circa 3 ore, ma visto che associo sempre il Lipofilling, complessivamente 4 ore.
Perché l’associazione con il Lipofilling?
Nel Lifting, oltre ai cedimenti cutanei, vanno considerati anche gli svuotamenti del volto. Con il passare degli anni i depositi adiposi sul viso si riassorbono, quindi esso tende a svuotarsi. Perciò associo il Lipofilling, che consiste nel trasferimento del proprio grasso nelle zone carenti del viso per restituirgli naturalezza e tonicità alla pelle.
Quanto dura nel tempo un lifting?
Con l’intervento il viso viene risollevato, le rughe si spianano, il turgore della cute migliora, ritornando indietro di almeno dieci anni e ripartendo da una nuova situazione dove i segni del tempo continueranno a progredire, ma ben differentemente dalla precedente.
Generalmente, nella fascia di età fino ai 60 anni dura dai 7 ai 9 anni, dopo i 60 tra i 5 e i 7 anni.
Ritorno al sociale?
Generalmente, per l’intervento di Lifting al viso e collo ci vogliono 7-10 giorni per tornare al sociale. Se i lividi persistono, si possono facilmente camuffare con un fondotinta.
Che risultato ci si deve aspettare?
Dopo questo tipo di intervento il viso deve apparire riposato, luminoso, mai stravolto.
Tutte le pazienti che si sottopongono al Lifting mi raccontano che al mattino, al risveglio, la nuova immagine che riflette lo specchio è uno stimolo positivo per cominciare bene la giornata.
Il complimento che ci si deve aspettare dai propri amici e conoscenti è la constatazione da parte loro di presentare un aspetto riposato, non attribuibile a un intervento chirurgico.
Com’è il post operatorio?
Dopo il Lifting del viso e del collo il paziente deve indossare una guaina elastica per 3 giorni consecutivi. Poi, per i 5 giorni successivi, solo la notte, facendo attenzione alla sua corretta applicazione, in quanto deve essere bene aderente e distesa per evitare pieghe.
Deve inoltre terminare la terapia antibiotica e antinfiammatoria prescritta dal medico. Generalmente i pazienti avvertono una diminuzione della sensibilità sul viso e sul collo per alcuni mesi.
Per almeno un mese bisogna inoltre evitare l’esposizione al sole in questo periodo, e la pelle va idratata con creme adeguate.
I lineamenti del viso vengono alterati?
Assolutamente no. Molti pazienti temono di non riconoscersi e si preoccupano quindi di una eventuale crisi d’identità. Ciò non avviene mai con me. Quello che si apprezzerà sarà un ringiovanimento naturale del viso, dato dal ripristino dei contorni dell’ovale, dal rassodamento della pelle e lo spianamento delle rughe.
Che tipo di anestesia?
Ho la fortuna di avere nella mia equipe uno straordinario anestesista, il dott. Antonio Clemente, professionista molto preparato che padroneggiando le diverse tecniche anestesiologiche mi permette di eseguire la maggior parte degli interventi in day hospital. Ecco cosa ci dice a riguardo:
“L’intervento di Lifting del viso si può eseguire sia in anestesia generale sia in anestesia locale con sedazione. Le variabili che possono far propendere per l’una o per l’altra possono dipendere da fattori chirurgici (ad esempio un intervento che si prevede molto lungo) o da caratteristiche del paziente (poca collaborazione o tollerabilità). Entrambe le tecniche sono molto sicure e presentano vantaggi e svantaggi che vengono discussi nel colloquio preparatorio con l’anestesista”.
La nostra équipe, ormai ben affiatata, opera prevalentemente in anestesia locale, infiltrando un anestetico simile a quello che avviene dal dentista che toglie la sensibilità dolorosa dell’area che andiamo a trattare. A questa si aggiunge una sedazione endovenosa che consiste nel somministrare farmaci che rilassano ulteriormente e possono indurre un sonno simile a quello naturale, in cui non si ha coscienza di ciò che succede intorno mantenendo però i propri riflessi e la capacità di respirare spontaneamente.
Il vantaggio di questa modalità è che si somministrano meno farmaci, non c’è necessità di intubazione, si incide in modo minore sull’equilibrio delle funzioni vitali, interferendo meno sulla pressione arteriosa e sulla frequenza cardiaca.
Ovviamente si richiede che il paziente sia ben orientato sul fatto che potrebbe avvertire la sensazione di “toccare” e “spingere”, ma non di dolore. In caso di fastidio si può ripetere l’infiltrazione di anestetico locale.
La sedazione, inoltre, può essere regolata un po’ come il volume della radio, in base alle necessità chirurgiche. Ad esempio, più “forte” nella fase di infiltrazione più “leggera” nella parte finale dei punti.
La capacità dell’anestesista è di riuscire a personalizzare dosaggi e farmaci in base al momento dell’intervento e alla risposta di ogni paziente. Ciò permette di ridurre gli effetti collaterali da sovradosaggio, mantenere il paziente in una condizione di comfort durante l’intervento, e garantire una ripresa più rapida.
a cura di Alfredo Romani