Quest’anno saranno trenta gli anni dall’acquisizione di quest’opera. Parliamo del nuovo parco delle imprese, ex Vidal, ideata dalla famiglia Dall’Asta Amedeo e da Davide Dall’Asta, quest’ultimo titolare di aziende che si occupano di costruzioni, progettazioni e servizi alle imprese.
Nel 1993 Davide Dall’Asta ha partecipato all’acquisizione degli edifici dell’ex stabilimento Vidal a Venezia Marghera, in via della Pila, a fianco del cavalcavia di Mestre.
Il progetto era innovativo già all’epoca, per un antesignano della comunicazione, ex manager del calcio che ha organizzato e prodotto più di dieci eventi della Juventus in prima serata TV e in diretta sulle TV nazionali.
Intervista a Davide Dall’Asta
Pioniere della riqualificazione industriale, Dall’Asta ha acquisito una fabbrica storica per il territorio, conosciuta in tutta Italia e nel mondo. Ma ha dovuto aspettare sei anni per iniziare a lavorare, a causa della burocrazia, cominciando i lavori nella prima parte nel ‘99 e l’ultima nel 2005 con la nuova sede.
“È stata fatta un’operazione di riqualificazione di un marchio storico”, dice Dall’Asta. “Venezia non ha sicuramente i tempi veloci di Milano. Abbiamo ristrutturato a nostre spese, senza finanziamenti a fondo perduto o agevolati, e sono state ben quattordici le aziende inserite da vent’anni. Mi sono subito reso conto degli ostacoli che avrei trovato, è stata dura: interi mesi per una semplice cabina elettrica. Ma è un lavoro che porterò sempre con me come esperienza, ricordandomi le complessità”.
Quale consiglio daresti a un giovane imprenditore?
“Lavorare, lavorare, e non arrendersi mai nonostante le invidie, che io ho sperimentato sulla mia pelle insieme ai problemi burocratici e quelli derivati dagli Istituti Bancari, che non facilitano le cose”.
Con la tua esperienza in TV, com’è cambiato il piccolo schermo oggi?
“Siamo ostaggi dell’audience, viene fatto ciò che piace al pubblico”.
In Veneto che situazione c’è, a livello imprenditoriale?
“Nella mia regione, come anche in tutto il territorio nazionale, c’era grande produttività. Poi c’è stato un fuggi fuggi di imprenditori all’estero. Purtroppo, il nostro territorio si impoverisce, l’Italia è in vendita, le aziende più importanti sono di proprietà estera, nel settore moda e anche in altri. Ma dove è finito quel Veneto virtuoso di tanti e tanti anni fa? Eravamo migranti all’estero e siamo tornati a essere tali.
La ricchezza di una regione è fatta dall’industria. Non servono solo la terra e il turismo, ma bisogna mettere in condizione le aziende di produrre, sicuramente in modo ecosostenibile, nel rispetto della Terra e dell’ambiente e in modo non tossico, ma di produrre!
Sono necessari nuovi posti di lavoro, acquisendo per esempio vecchi capannoni in disuso. Ma non basta – e non ho paura a dirlo, un argomento che nessuno ha il coraggio di dire -, liberare nuove aree agricole, a fianco alle zone industriali. Le aziende ci sono ma non abbiamo le aree (i vecchi capannoni non bastano) per creare nuove aziende produttive, facendo lavorare le comunità locali e utilizzando il suolo secondo un principio di equilibrio ben preciso ‘e creare energia pulita’”.
Con l’ex Vidal com’è andata?
“In sei anni abbiamo vinto una battaglia contro la burocrazia, recuperando e innovando uno stabilimento storico e facendolo diventare un simbolo di innovazione e recupero. 25.000 mq totali, con circa quattordici aziende e trecento posti di lavoro con varie competenze che spaziano dai tessuti di pregio alla tecnologia nota a livello internazionale. Tutti esempi di eccellenze che abbiamo a casa nostra. Gli italiani sono esterofili, ma abbiamo il talento in casa. Come la progettualità, che è uno dei simboli della qualità italiana!”.