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Malattia di La Peyronie Visto n. 35 2023

Attualità

La Malattia di La Peyronie: svegliarsi col pene storto

Redazione | 11 Agosto 2023

La Malattia di La Peyronie o “del pene storto” colpisce dopo i 50 anni. Ecco le terapie esposte dall’urologo specializzato Nicola Mondaini

Cosa accade

Nicola Mondaini, professore associato di Urologia all’Università Magna Graecia di Catanzaro e docente ai Master di Andrologia dell’Università di Firenze, Catanzaro e Pisa, è considerato uno dei massimi esperti al mondo nel trattamento della Malattia di La Peyronie, detta anche Induratio Penis Plastica o semplicemente, dai pazienti, malattia del pene storto o pene curvo.

Si tratta di una patologia che colpisce circa un uomo su 10 dopo i 50 anni, ma può colpire a tutte le età.

Il professor Mondaini negli ultimi anni ha trattato oltre 2000 pazienti, scritto articoli scientifici, libri anche a carattere divulgativo come Wikipene (pubblicato da Giunti editore e presentato anche al Senato della Repubblica), e parlato a congressi in tutto il mondo.

La Malattia di La Peyronie (François Gigot de La Peyronie è il medico francese che nel 1700 descrisse per primo il fenomeno) si caratterizza per la comparsa improvvisa di dolore al pene, soprattutto durante l’erezione, accorciamento del pene e comparsa di deformazioni come restringimenti e una curvatura più o meno severa.

Il tutto può comparire anche senza nessun segno premonitore, alzandosi una mattina e trovandosi il pene in erezione storto.

Il tutto è dovuto a una placca di collagene che si forma nel pene. Le cause sono ancora non chiare, ma la teoria genetica è quella al momento più accreditata.

Questa fase dura generalmente 9-12 mesi, poi la malattia si stabilizza e rimane invariata per anni.

Rimedi al problema

Cosa fare? Oggi, grazie a un enzima a base di collagenasi, si riesce a bloccare la malattia nel 90% dei casi, e anche a migliorare di circa 20-30 gradi l’erezione nell’80% dei pazienti.

Proprio il professor Mondaini è considerato il massimo esperto sul suo utilizzo, avendo la casistica più grande al mondo ed essendo uno degli sperimentatori che nel 2013 studiarono il farmaco.

La procedura è semplicissima, e si basa sull’inserire nella placca che si forma dentro il pene questo enzima che tende a distruggere la placca.

In alternativa si può ricorrere alla chirurgia, con tecniche diverse. L’operazione può essere fatta eseguita anche in Day Hospital, sottolinea Mondaini.

Nei prossimi mesi sarà disponibile anche un farmaco a base di acido ialuronico per la malattia nella fase attiva.

In fase di ricerca esistono il PRP e le cellule staminali, ma a oggi la collagensi rimane il gold standard, ovvero il trattamento con i maggiori risultati, sottolinea il professor Mondaini. Il quale professore invita i pazienti a non farsi bloccare dalla vergogna, e affrontare il problema senza aspettare che la malattia progredisca in forme avanzate, con curvature maggiori di 90 gradi.

a cura di Letizia Padovani