Similia similibus curantur: i simili si curano con i simili. È il principio fondante dell’omeopatia, la pratica conosciuta e apprezzata in Italia e nel mondo come medicina complementare.
Sono sempre di più i medici specialisti o esperti in omeopatia che, alle terapie tradizionali, affiancano i farmaci omeopatici per percorsi curativi estremamente mirati e sempre più efficaci.
La salute come sintesi tra un corretto stile di vita e, all’occorrenza, utilizzo sinergico di differenti rimedi, come ci spiega la dott. ssa Daniela Capra, medico dello sport e medico della Nazionale Italiana di Canoa e Kayak slalom.
La medicina è una sola
Perché è giusto parlare di integrazione tra medicina tradizionale e omeopatia?
“Ritengo fondamentale il concetto dell’integrazione delle pratiche curative. Esiste la Medicina, non la medicina tradizionale e quella omeopatica, e il medico è quel professionista che, in scienza e coscienza, sceglie il tipo di rimedio che ritiene più idoneo per il benessere e la salute di quel paziente, in quel momento, integrando le diverse pratiche, cercando di nuocere il meno possibile.
Mi piace l’idea di poter utilizzare sul paziente, e sullo sportivo, ciò che ritengo più adatto a curare quella patologia. Ho sempre utilizzato l’integrazione nel mio approccio e, fino a ora, questo mi ha ripagata sia nei successi dal punto di vista terapeutico sia nel rapporto con gli atleti.
L’utilizzo anche dell’omeopatia è per me essenziale in medicina sportiva, e gli stessi atleti apprezzano molto qualcosa di meno aggressivo, senza effetti collaterali, e utilizzabile tranquillamente, a differenza di molti farmaci tradizionali vietati perché inseriti nella lista Wada, in quanto costituiscono doping.
Inoltre, il grosso vantaggio del rimedio omeopatico nello sportivo è che non compromette la prestazione atletica”.
È sempre un lavoro sinergico, o ci sono casi in cui è necessario prediligere medicinali tradizionali e in altri quelli omeopatici?
“Esistono dei no in omeopatia, rari, ma nel caso di alcune patologie certi rimedi omeopatici vanno gestiti utilizzando, per esempio, delle formulazioni alternative.
Molti globuli omeopatici, per esempio, hanno come eccipiente il lattosio, controindicato per i pazienti con un deficit congenito di lattasi (forte intolleranza al lattosio, non alla caseina), e in questi casi si devono quindi utilizzare i rimedi in gocce.
Inoltre, con l’atleta ci sono delle tempistiche da rispettare per rimetterlo in forma, diversamente dai pazienti non sportivi. Nel non atleta si può per esempio gestire una sindrome influenzale prendendo più tempo, mentre per lo sportivo che deve gareggiare, per forza, pochi giorni dopo aver contratto un virus la soluzione deve essere la più rapida possibile.
Si deve quindi, a volte, partire anche con antibiotici o antinfiammatori… però, in associazione, si usa sempre il farmaco omeopatico che minimizza gli effetti collaterali delle terapie tradizionali e ne migliora l’efficacia.
Nel caso di un atleta colpito da virus gastrointestinale, per esempio, bisogna intervenire immediatamente con il farmaco tradizionale e nel contempo si può dare del cardo mariano omeopatico, che aiuta a disintossicare il fegato e a calmare la nausea.
È importante però sapere che non c’è un protocollo standard di cura e di integrazione delle terapie: è una questione di “alchimie”, frutto di un’attenta analisi del quadro patologico dell’individuo”.
Sport e avanzare dell’età
Che rapporto hanno gli atleti della nazionale di canoa e kayak slalom con l’omeopatia?
“Gestisco i miei atleti utilizzando i rimedi all’occorrenza, e insegno ai miei sportivi anche un po’ di autogestione, ovviamente personalizzata, e in cui diventano molto bravi. Dalla profilassi per le malattie influenzali nel periodo invernale all’utilizzo di arnica in caso di traumi, in fase acuta o cronica per uso topico o per bocca, magari in associazione a un antidolorifico”.
In questi ultimi decenni è diventato di pubblico dominio quanto l’attività fisica sia un importante contributo per il benessere psicofisico, e così molte persone non abituate a fare sport ci si avvicinano, ora, in età adulta. In quali problematiche fisiche possono incorrere, e quali possono essere le soluzioni?
“È una realtà che riguarda una buona fetta di popolazione. La salute e il benessere passano per lo stile di vita e quindi, prima di tutto, per l’alimentazione, poi per l’esercizio fisico, la gestione dello stress, del sonno e delle terapie farmacologiche.
Sono molti gli elementi cui fare attenzione, e dato che oggi la popolazione sta diventando sempre più longeva, ritengo sia importante cercare di vivere una “vecchiaia” di qualità, cioè in “salute”.
Per star bene è certamente importante muoversi, ma è anche vero che l’esercizio fisico raccomandato per un adulto non allenato non è mai un esercizio fisico intenso, bensì un’attività moderata e regolare.
È meglio non lanciarsi in attività molto stressanti, soprattutto se non guidati e con un fisico impreparato, per non incorrere in infortuni, acidosi o infiammazioni croniche. Paradossalmente si può stare peggio con un’attività fisica eccessiva e scorretta.
In generale, dopo i 35 anni bisognerebbe modificare la pratica dell’attività sportiva, privilegiando lunghe camminate all’aria aperta e un allenamento di tonificazione e allungamento, come lo yoga o il pilates. E sarebbe invece da evitare tutto ciò che determina uno sforzo molto intenso e di breve durata, come la pesistica, il crossfit, il ciclismo estremo o la corsa troppo sostenuta, specialmente se non si è adeguatamente allenati.
Per prepararsi, il primo passo è seguire una dieta corretta. Ci sono poi dei farmaci omeopatici che aiutano a minimizzare gli effetti collaterali da stress fisico, utilizzabili nella prima fase di avvio allo sport o, in maniera regolare, quando si fa attività.
L’arnica omeopatica, per esempio, allevia il fastidio da trauma muscolare, e viene anche molto utilizzata sotto forma di crema per il massaggio sportivo sulle contratture”.
Omeopatia come prevenzione
In medicina dello sport si può parlare di prevenzione? L’omeopatia è utilizzabile anche nella fase preparatoria di una gara?
“Nello sportivo è molto importante anche l’aspetto mentale. Ogni atleta ha il suo modo di vivere la preparazione a una competizione, e i rimedi omeopatici possono aiutare a gestire l’ansia o il sonno senza andare ad alterare il rendimento fisico.
Con i farmaci tradizionali come le benzodiazepine, invece, prima di tutto bisognerebbe attivare un iter per l’antidoping, e poi gli effetti collaterali inficerebbero la prestazione sportiva.
Alcuni farmaci omeopatici, leciti e consentiti, sono ottimi per le fasi di preparazione, perché consentono di vivere la gara con più serenità e permettono semplicemente di essere sé stessi senza il disturbo dato da un’ansia eccessiva.
Per quanto riguarda l’efficacia, non sempre servono lunghe terapie: ci sono medicinali omeopatici che agiscono in breve tempo, e che possono essere assunti solo ed esclusivamente il giorno della gara o la sera prima di andare a dormire, se per esempio il disturbo è legato al sonno.
In caso di traumi muscolo-tendinei, invece, la durata della terapia omeopatica è in genere più lunga, così come quando si tratta di detossificare, disintossicare e contrastare gli effetti collaterali di una terapia tradizionale prolungata”.
L’omeopatia è utile anche per i bambini e i giovani sportivi? Ci sono dei rimedi di pronto intervento che i genitori o i coach dei piccoli atleti dovrebbero sempre tenere a portata di mano?
“Certo. I medici omeopati di solito forniscono anche dei prontuari, con i quali le famiglie diventano autonome e imparano a conoscere i rimedi indicati. Per esempio in caso di traumi, o alle prime avvisaglie di sindromi influenzali… Anche gli stessi ragazzi diventano bravissimi nell’intervenire subito, ai primi sintomi, perché si rendono conto che l’utilizzo dell’omeopatia è efficace, facile e non rischioso.
I farmaci omeopatici esistono poi in diverse formulazioni, ed è utile avere dei piccoli protocolli di utilizzo anche di un singolo rimedio nelle sue diverse composizioni. Per i traumi muscolari o gli edemi, per esempio, l’arnica è il rimedio d’elezione. Si consiglia in acuto per uso topico in gel (magari freddo di frigorifero), perché può aiutare nell’immediato a ridurre il gonfiore e si può associare alla somministrazione in gocce, per poi proseguire con i globuli o le compresse.
È sempre consigliabile avere in casa e portare in viaggio un mini-kit di pronto soccorso omeopatico. I miei atleti viaggiano molto, e per ognuno di loro ho messo a punto un kit omeopatico con il quale loro si possono gestire e io posso guidarli anche a distanza con rimedi semplici e sicuri”.
In caso di traumi da pratica sportiva che portino a un intervento chirurgico, l’omeopatia può essere un valido aiuto nel pre e/o nel post-operatorio?
“Certamente. Una volta valutata la situazione clinica dell’atleta o del paziente si cerca di metterlo nella condizione di poter affrontare l’intervento in un buon equilibrio generale di salute. Per esempio, si può agire a livello omeopatico sia in preparazione all’operazione sia subito dopo, per favorire una miglior cicatrizzazione dei tessuti oppure per accelerare la formazione di un callo osseo in caso di fratture”.
a cura di Alessandra Pascali