La primavera alle porte e gli alti livelli d’inquinamento rischiano di rendere le allergie protagoniste dei prossimi mesi.
Il professor Francesco Macrì, pediatra e allergologo, presidente SIOMI (Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata) e tra i fondatori del Gruppo di Studio Medicine Complementari della Società Italiana di Pediatria, fa il punto su questo tema per i lettori di Visto.
Allergie: cosa sono? Sono ereditarie? Come diagnosticarle?
“L’allergia è una situazione in cui l’organismo di un soggetto risponde in modo esagerato a sostanze dell’ambiente aereo (polveri, pollini, peli di animali…) o alimentari. Un eccesso di reazione che provoca un’esagerata produzione di anticorpi IgE nei confronti di queste sostanze. Le IgE si attaccano, poi, ad alcune cellule (mastociti, eosinofili) che, aprendosi, immettono nella circolazione sanguigna sostanze causa dei sintomi allergici, quali starnuti, prurito, muco fluido nasale (per la rinite), tosse e affanno (per l’asma bronchiale), prurito e bolle (per la dermatite atopica o l’orticaria).
Che le allergie abbiano delle determinanti di tipo ereditario è un fatto noto, esistono dei geni che codificano per la produzione di questi anticorpi. Dalla nascita in poi i bambini sviluppano allergia nell’8-10% dei casi, se un bambino ha un genitore allergico la sviluppa nel 30% dei casi, se ha entrambi i genitori allergici nel 60% dei casi”.
Come diagnosticare un’allergia?
“La prima tappa diagnostica sono le prove allergiche sulla pelle (prick test), seguite da quelle su sangue (Rast, test molecolari, test di attivazione masocitaria…). Nel caso di allergia alimentare, il test diagnostico più efficace è il test di provocazione con l’alimento sospetto che va eseguito, però, in ambiente protetto”.
Si può attuare una prevenzione dalle allergie? Come?
“Una prevenzione primaria si può fare fin dalla nascita, volendo fin dalla gravidanza, eliminando tutti i fattori favorenti l’allergia. Dal punto di vista pratico è bene sapere che il taglio cesareo, per fattori legati alla flora microbica, il precoce inserimento al nido e il fumo passivo sono fattori di rischio, mentre l’allattamento al seno prolungato e la convivenza con animali domestici sono fattori di protezione.
La prevenzione secondaria (si effettua quando l’allergia si è già instaurata) consiste nel ridurre l’esposizione agli allergeni (alla polvere casalinga o ai luoghi con alte concentrazioni di pollini, per esempio). La prevenzione di terzo livello, invece, è di tipo farmacologico. per evitare il manifestarsi dei sintomi”.
L’omeopatia può essere utilizzata come prevenzione?
“Nell’ambito delle Medicine Complementari, che oramai sono quasi 200, l’Omeopatia fa parte del gruppo dei ‘sistemi medici’, quindi tra quelle più complesse e in grado di entrare in un progetto di Medicina Integrata in collaborazione con le medicina allopatica.
L’omeopatia, a livello della prevenzione delle malattie allergiche, può agire sul terreno del soggetto secondo il principio di similitudine, modificando la reattività individuale. Questo è il primo livello di intervento per intercettare la marcia allergica. Il secondo consiste nell’agire sui meccanismi dell’allergia, per esempio con diluizioni omeopatiche dei mediatori o con diluizioni dello stesso allergene che provoca i sintomi, di polline ad esempio o di acari della polvere. In pratica una terapia desensibilizzante analoga a quella dei vaccini in uso nella medicina allopatica.
Il terzo livello è l’intervento sui sintomi, come, per esempio, sulla rinite con Allium Cepa, una diluizione della cipolla che sappiamo poter provocare sintomi di rinite del tutto analoghi a quelli dell’allergia; nel caso dell’orticaria con pomfi e prurito, un rimedio a base di Apis Mellifica; per l’asma con rimedi fluidificanti delle secrezioni bronchiali”.
Quale l’età e quali i periodi d’insorgenza delle allergie?
“Bisogna distinguere tra lo stato allergico, quindi la presenza documentata delle IgE e la malattia allergica, cioè i sintomi. Non è detto che avere uno stato allergico si traduca, necessariamente, in sintomi. Fare le prove allergiche ai bambini non è inutile, se c’è una situazione di allergia le prove allergiche risultano positive anche a un mese di vita, anche prima che si arrivino a manifestare i sintomi, come succede per esempio nel caso dell’allergia alimentare, rendendo possibile un buon percorso di prevenzione.
La prima manifestazione dell’allergia è spesso rappresentata dalla dermatite atopica, che consiste in una situazione di cute secca dovuta a una irregolare formazione dello stato corneo che avvolge il nostro corpo. Questa irregolarità fa sì che minute particelle presenti nell’ambiente penetrino attraverso la cute nel nostro organismo raggiungendo il sistema immunitario e provocando la produzione delle famose IgE, cosa che porterà poi alla rinite e all’asma (la cosiddetta ‘marcia atopica’)”.
Un percorso di cura omeopatica può diminuire o tenere sotto controllo un’allergia?
“Vari studi hanno dimostrato l’efficacia della omeopatia nella cura delle malattie allergiche”.
Allergie alimentari e intolleranze: quali le differenze?
“Quando assumendo un alimento si sviluppano dei sintomi si è sensibili a quell’alimento. Se questa sensibilità può essere documentata con test di laboratorio si parla di allergia. Se i test sono negativi si parla, invece, di intolleranza. Esistono diversi tipi di intolleranze, con meccanismi diversi: intolleranza enzimatica, che provoca i sintomi per la carenza di un enzima, come ad esempio l’intolleranza al lattosio nel caso di carenza dell’enzima che digerisce il lattosio; intolleranza su base farmacologica, quando si assume una sostanza che agisce come un farmaco (come nel caso della caffeina e della che provoca tachicardia); intolleranze anche su base psicologica, quando l’assunzione di un alimento è collegata a emozioni spiacevoli vissute in precedenza.
Ovviamente la mancanza di un test specifico per le intolleranze (quelli spesso indicati come ‘alternativi, vedi l’EAV o il Citotoxitest o il DRIA, non sono dimostrati attendibili), porta come conseguenza che ci sia una sovrastima delle intolleranze. A differenza delle allergie le intolleranze non causano, in genere, sintomi gravi”.
Allergie e disturbi del comportamento: c’è una correlazione? Come si agisce?
“La risposta alla prima domanda è sì. Come nel caso della dermatite atopica, che dà prurito peggiorando la qualità del sonno, causando, quindi, nervosismo diurno, scarso rendimento e stress. Così anche l’asma può influire sulla qualità di vita. Si parla infatti di controllo dell’asma non solo per il buon andamento dei sintomi, ma anche per non doversi sentire diversi dagli altri, costretti, ad esempio, ad usare la bomboletta spray prima dell’attività fisica, percezione che, di per sé, causa problemi di comportamento o atteggiamenti depressivi.
L’allergia alimentare può dare disturbi del comportamento, ma è un ambito molto difficile da verificare. Un’alta percentuale di soggetti riferisce di disturbi comportamentali causati dall’assunzione del cibo, ma è basso il numero dei casi in cui il problema è confermato. In ogni caso è una correlazione che esiste, come nel caso di bambini con ansie e insonnia dovuti al latte. Il glutine, oltre ai sintomi intestinali, nei casi di ‘intolleranza al glutine non celiaca’, può provocare anche sintomi generali come mal di testa, difficoltà di concentrazione e depressione. In questi casi va eliminato l’alimento responsabile.
Il farmaco omeopatico può comunque agire a livello sintomatico. C’è una sorta di scaletta che vede alcuni alimenti come più spesso responsabili delle possibili allergie: sono quelli più spesso consumati dalla popolazione cui si appartiene”.
È frequente, oggi, sentire persone affermarsi “intossicate”: l’omeopatia può venire in aiuto in un’azione detox?
“Ovviamente il termine ‘intossicazione’ si presta a varie interpretazioni. Nell’accezione più comune si pensa al fegato come organo più colpito da uso di farmaci, alimentazione scorretta, stress. In questi casi si può pensare a medicinali omeopatici che agiscano a livello epatico: Nux Vomica per un interessamento epatico iniziale su individui molto magri, freddolosi, inappetenti, irrequieti, con ipersensibilità sensoriale o irritabilità; Lycopodium per chi presenta addome espanso, arti sottili, sonnolenza post-prandiale, passione per frutti di mare e cibi molto caldi; addirittura Phosforus, indicato anche nelle epatiti. Serve esperienza per individuare il medicinale adatto che dev’essere personalizzato: uno stesso problema può manifestarsi con quadri clinici diversi, a seconda del soggetto”.
a cura di Alessandra Pescali