Le potenzialità delle DOP piemontesi per eccellenza
Le infinite potenzialità del Bra Duro sono un dato di fatto. Il formaggio principe della tradizione piemontese è un punto di riferimento sicuro in termini di gusto.
Il suo sapore spiccato, unito a una personalità decisa e forte, ha contribuito a renderlo da secoli il protagonista più apprezzato sulle tavole locali e non.
Proprio in virtù delle sue preziose caratteristiche, infatti, il Bra era particolarmente amato dai commercianti liguri che lo reclamavano per la produzione del pesto. Ma non solo: trattandosi di un formaggio capace di sopportare lunghi mesi di navigazione senza subire alterazioni dovute agli inevitabili sbalzi di temperatura,
questa DOP veniva anche esportata oltreoceano.
Un componente prezioso all’interno delle migliori cucine che condivide con altri due comprimari d’eccezione: il Raschera e la Toma Piemontese. Un trittico sublime che sta riscuotendo un successo sempre più grande, a riprova del fatto che per spiccare non è necessario ricorrere a fuochi d’artificio. È sufficiente basarsi su pochi ma solidi punti di forza, quei mattoni che costruiscono l’architettura di un gusto che ci accompagnerà sempre, rinnovando costantemente lo stupore di trovarci di fronte a formaggi simili.
Sperimentare in ricette variegate
Oltre all’aroma inimitabile, il loro valore aggiunto risiede nell’ecletticità con cui si presentano agli occhi e ai palati dei commensali. Sappiamo tutti come una degustazione in purezza rappresenti la prova del nove quando vogliamo testare la massima genuinità.
Dal primo morso emergono tutti quegli elementi che contribuiscono a connotare Bra, Raschera e Toma Piemontese come vere e proprie eccellenze. Cresce sempre più tuttavia la volontà di sperimentarli anche all’interno di ricette variegate che vengono impreziosite dalla potenza insita in queste tre DOP.
I cuochi dell’Associazione Alta Etruria, che in quanto a buona cucina la sanno lunga, forti di una tradizione secolare di gran pregio, ci suggeriscono versioni inedite di tali formaggi, utilizzati in pietanze di derivazione antica ma resi attuali dalle tre perle lattiero casearie.
Se gli gnocchi al Raschera sono un classico dell’arte culinaria piemontese, la creatività degli chef toscani ha pensato di impiegare invece la sapidità del Bra Duro per adornare gli gnocchi di riso con latte cotti all’acqua e al forno.
La ricetta deriva dal Cuoco Maceratese di Antonio Nebbia, un volume che risale al 1820. Una ricetta reinterpretata però in modo accattivante e nuovo. Un piatto con cui stupire i vostri commensali puntando sul legame tra l’unicità di un formaggio ineguagliabile e la forza di una tradizione enogastronomica riconosciuta e apprezzata ovunque.
Grazie alle linee guida degli chef potrete replicare anche voi una proposta originale, per riscoprire come la semplicità sia la chiave di volta del gusto.
Ricetta gnocchi di riso con Bra duro e latte, cotti all’acqua e al forno
A cura dello chef Giangranco Giannetti – Associazione Cuochi Alta Etruria
Ingredienti (per 4 persone)
- 200 g Bra Duro
- 800 g latte
- 250 g farina di riso
- 180 g burro
- sale q.b.
Procedimento
Versare in una terrina la farina di riso, stemperarla con una frusta aggiungendo 1/3 di latte freddo. In casseruola portare a ebollizione il restante latte, insaporire con sale, incorporare la farina di riso facendo attenzione a non formare grumi, cuocere a calore moderato per 15’ ca. aggiustando di sale.
Aggiungere metà di Bra Duro e burro nell’impasto di farina di riso e versarlo su una spianatoia.
Con l’ausilio di un mattarello, stendere l’impasto fino a raggiungere uno spessore di ca. mezzo cm. Lasciarlo freddare e tagliarlo in strisce di ca. mezzo cm di larghezza.
Tagliare trasversalmente, dando agli gnocchi una lunghezza di 5 cm ca.
Cuocerli in acqua bollente e salata finché non saliranno in superficie. Saltarli con il restante burro, versarli in pirofila, cospargerli di burro e gratinare a 180° prima di servire.