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Il cambio orario di Un posto al sole finisce in Parlamento

Nicolò Figini | 25 Ottobre 2021

Il caso sul cambio orario di Un posto al sole finisce in Parlamento. Ecco tutti i dettagli a riguardo e chi è coinvolto

Un posto al sole finisce in Parlamento

Poco tempo fa vi avevamo parlato della volontà della Rai di spostare la celebre soap opera napoletana dalle ore 20:45 alle ore 18:30. Questo per dare spazio a un nuovo talk show condotto da Lucia Annunziata e voluto da Franco Di Mare e Carlo Fuortes. A questo pare questo fatto non è andato giù al parlamentare del Movimento Cinque Stelle Luigi Iovino, 28 anni. Lui, infatti, ha deciso di depositare un’interrogazione al presidente del Consiglio Mario Draghi. Il caso di Un posto al sole, quindi, è finito in Parlamento.

Secondo quanto riporta anche Fanpage, infatti, Iovino avrebbe descritto la soap come “un’appuntamento di riferimento per tantissime famiglie italiane; una delle produzioni di maggiore successo realizzata dalla storica sede Rai di Napoli, oltre che la più longeva della nostra tv di Stato“. E avrebbe paura che, cambiando orario, si potrebbe andare verso una crisi di ascolti. Iovino, quindi, chiede a Draghi di fare tutto il necessario:

La Rai non è un’azienda privata- e non può non tener conto del gradimento di tantissimi spettatori fidelizzati alla fiction, né si può rischiare di minare una produzione che da oltre un quarto di secolo rappresenta uno zoccolo duro nel palinsesto di Rai 3, per sostituirla con un talk il cui gradimento non è affatto scontato.

Luigi Iovino, il deputato che ha fatto andare il caso di Un posto al sole in Parlamento, quindi ha concluso:

Sostengo pienamente la linea portata avanti in questi giorni dalle sigle sindacali  secondo cui un’eventuale crisi della fiction rischierebbe di assestare un colpo fatale agli studi Rai di viale Marconi, senza dimenticare quanto, in termini di immagine, ‘Un posto al sole’ impatti da anni positivamente sull’indotto locale, rilanciando il ‘prodotto Napoli’ in termini di attrattività turistica. Elementi di cui il consiglio di amministrazione della Rai non può assolutamente non tenerne conto.

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