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Amore Psiche Visto n. 51 2020

Attualità

Amore e Psiche di Barbara Fabbroni: eroi e miti fragili

Redazione | 9 Dicembre 2020

Da Maradona a Lady Di, ecco perché gli eroi più fragili diventano miti per il grande pubblico: il punto di […]

Da Maradona a Lady Di, ecco perché gli eroi più fragili diventano miti per il grande pubblico: il punto di vista di Barbara Fabbroni.

Cercare di comprendere cosa accade all’interno dell’animo umano nel momento in cui alcuni eventi travolgono milioni di persone in un’emozione comune è cosa assai ardua. Interrogarsi su cosa spinge molte persone a vivere in maniera coinvolgente alcune esperienze o momenti di vita particolari è ancor più difficile. L’animo umano – si sa – ha declinazioni tutte individuali, che talvolta però si riversano in un coinvolgimento collettivo.

Il potere del sentimento della folla ha radici antiche. I gruppi e la loro capacità di farsi coinvolgere da alcune situazioni, persone o credenze è intenso. Basta pensare al potere che hanno alcuni guru sugli individui.

L’esempio di Maradona

Lo abbiamo visto nei giorni scorsi, alla notizia della morte di Diego Armando Maradona. Nelle sue due patrie, L’Argentina e Napoli, ci sono state manifestazioni impressionanti di dolore collettivo. Ma l’emozione, la tristezza, il dolore sono stati planetari, e hanno coinvolto anche persone che il calcio non lo seguono, e persino tanti che Maradona in vita lo avevano criticato.

Tutto il mondo si è unito all’abbraccio collettivo della sua perdita. Un evento corale che ha coinvolto una moltitudine di persone, strette al suo cospetto per rendere omaggio a un campione unico. Napoli ha spezzato ogni regola del distanziamento e dell’assembramento, ritrovandosi allo stadio e creando dal nulla molti altarini per omaggiare il campione.

Lo stesso stadio di San Paolo è stato dedicato a lui dalle autorità. Un iter durato pochi giorni, quando in situazioni normali ci vogliono mesi e anni.

Il ricordo di Diana

Qualcosa di simile accadde tanti anni fa (era il 1997) alla morte della “Principessa del popolo”: Lady Diana. Nessuno si sarebbe aspettato l’eco travolgente della sua perdita, tanto meno Buckingham Palace. E la Regina Elisabetta in persona, che dovette piegare la testa a così tanto clamore. La residenza dei Windsor fu inondata di fiori, candele, lettere, biglietti in omaggio alla Principessa triste. Tanto che ancora oggi è considerata una donna iconica, e il suo mito non ha avuto cedimenti.

Il mondo intero visse la sua morte come un lutto personale, una perdita profonda e immensa. Elton John scrisse per lei una canzone indimenticabile. Lei stessa è stata ed è una donna indimenticabile.

La morte di Albertone

E ci sono tante analogie con quanto avvenne nel 2003 alla morte di Alberto Sordi. Un’intera città, Roma, si strinse a lui. “È stato un grande dolore”, commentò il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. “Sordi ha interpretato i sentimenti degli italiani, soprattutto nei momenti più difficili e duri”.

Il presidente della Repubblica fu fra i primi a rendere omaggio alla salma dell’attore, nella camera ardente allestita al Campidoglio. A lui si unirono milioni di persone che abbracciarono Alberto Sordi per un’ultima volta.

Il suo nome è scritto nell’Olimpo dei grandi, un Maestro a tutti gli effetti. Lo stesso possiamo dire di Gigi Proietti, appena scomparso. Anche lui ha coinvolto nell’ultimo abbraccio un’intera popolazione e milioni di fan.

Perché tutto questo accade? Cosa trasforma la scomparsa di una persona famosa in un momento di emozione collettiva?

Da cosa nasce l’emozione collettiva

Le persone hanno bisogno di punti di riferimento, hanno la necessità di avere dei personaggi, dei miti, in cui identificarsi e proiettare i propri desideri, le proprie aspettative.

Così, quella persona scelta come riferimento diventa una parte importante di sé, viene introiettata all’interno della propria vita e vissuta come una parte fondamentale del proprio essere.

Maradona per alcuni è il nutrimento e il soddisfacimento di una parte significativa della propria vita. Attraverso di lui i suoi fan si sentivano eroi, campioni, vincenti. Lo stesso si può dire di Lady Diana. Molte persone si sono identificate in lei esorcizzando le loro pene e i loro dolori, hanno trovato un soggetto in cui rispecchiarsi e attraverso il quale sentirsi meno sole.

Diana è diventata per molte una paladina, una donna tra le donne che ha fatto scelte importanti pagando un grande prezzo. Alberto Sordi ha incarnato il borghese medio, con tutte le sue incongruenze, i suoi limiti, le sue particolarità, narrando uno spaccato importante della società.

In molti hanno saputo riconoscersi senza censure, vergogne, difficoltà. Ha saputo raccontare l’animo umano al di là dalle censure.