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Giampiero Galeazzi Mara Venier Visto n. 48 2021

Attualità

Giampiero Galeazzi: il ricordo indelebile del mitico ‘Bisteccone’

Redazione | 18 Novembre 2021

Il ricordo di Giampiero Galeazzi, il mitico Bisteccone entrato nel cuore di tutti per la passione verso il giornalismo e lo sport

La nascita del soprannome

Giampiero Galeazzi, morto a 75 anni nella sua Roma il 12 novembre, era un uomo che amava il giornalismo, lo sport, la vita. Non in ordine di apparizione, ma tutto assieme.

La chiave stava nel suo soprannome, “Bisteccone”. Come fosse nato quel nomignolo l’ha raccontato spesso: “Ero alto e massiccio. Gilberto Evangelisti, capo di Rai Sport, mi vide e disse: ‘Ma chi è ‘sto bisteccone?’. Da allora sono entrato nell’immaginario comune, con quel soprannome. Mica è spregiativo. A Roma ‘bisteccona’ è un complimento a una donna: roba bona, una bella magnata”.

Ospite di Domenica In nel 2019 disse: “Voglio vivere bene gli ultimi 500 metri della mia vita”. Una metafora sportiva perfetta per un uomo che era nato nel segno dello sport: “Mio padre è stato campione di canottaggio. Vinse gli Europei nel 1932, nel due senza. Poi continuò facendo l’allenatore alla Tevere Remo e poi alla Canottieri Roma. Per cercare di curare un braccio che mi era rimasto bloccato dopo un incidente mi fece fare canoa. E così divenni un fiumarolo. Stavo sempre in riva al Tevere. Ho imparato anche a nuotare, nel Tevere”.

Mara Venier ricorda Giampiero Galeazzi

A Domenica In peraltro Giampiero Galeazzi era legatissimo, come speciale era il suo sodalizio con Mara Venier: “Mi ha cambiato la vita. Eravamo a cena in un locale di New York con Renzo Arbore durante i Mondiali del 1994, quando mi chiese di partecipare a Domenica In. Mia moglie e i miei figli mi chiesero se ero diventato matto”.

Interpellata dal Corriere della Sera, Mara Venier dal canto suo ha detto tutto con una frase: “Se ne va un pezzo importante della mia vita”.

Anche un pezzo della nostra.

Per molti di noi, Giampiero Galeazzi resterà per sempre la voce che ha raccontato la cavalcata trionfale degli Abbagnale, i “fratelloni” Carmine e Giuseppe insieme al timoniere Giuseppe Di Capua, alle Olimpiadi di Seoul del 1988. Una telecronaca entrata nella storia sia per la medaglia d’oro sia soprattutto per la travolgente passione con cui Giampiero Galeazzi raccontò la loro conquista della medaglia d’oro nel canottaggio, forse la disciplina sportiva che più aveva nel cuore.

Addio “Bisteccone”, gigante gentile, capace di fulminare con una battuta, da romano verace. Ti sia lieve la terra.

Visto e Novella 2000 si uniscono al cordoglio della famiglia Galeazzi.

a cura di Carlo Faricciotti