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Amore e Psiche di Barbara Fabbroni: i figli sono di chi li ama

Redazione | 8 Novembre 2020

I figli sono di chi li fa o di chi li cresce? E quanta naturale curiosità c’è in un bambino […]

I figli sono di chi li fa o di chi li cresce? E quanta naturale curiosità c’è in un bambino adottato, verso le sue origini? Ce ne parla Barbara Fabbroni.

“L’ho scoperto dopo che mi sono separato da mia moglie. Un giorno ho avuto una discussione con mia figlia e mi ha detto ‘Tu non sei mio padre’. Sono le parole commosse di Paolo Mengoli a Storie italiane. Parole che implodono come uno tsunami durante la trasmissione condotta da Eleonora Daniele.

È una cruda verità quella che ha travolto la vita di Mengoli, dopo aver cresciuto una figlia come se fosse sua. Dopo aver nutrito un amore profondo verso una persona che poi ha scoperto non essere quello che credeva. Tutto si è sgretolato come un castello di sabbia, portando non solo dolore ma anche tanta rabbia, rancore, aggressività da parte di quella creatura che ha amato incondizionatamente.

Da poco Paolo Mengoli ha scoperto quindi di non essere il padre naturale della figlia, tanto che lui dice: “Ho fatto il test del DNA ed è risultato assolutamente incompatibile”.

Nel raccontare la sua storia è commosso, parla con un filo di voce. Le sue parole risuonano dentro l’anima come se fossero delle lame taglienti, per la dolorosità che portano. Eppure è accaduto. Sì, perché – che si voglia o no – la vita accade, spesso è cruda e crudele. Non si può cambiare.

Un lungo inganno

L’inganno in cui è stato intrappolato è durato 20 anni. Le lacrime scendono seppur cerchi di trattenerle, e Mengoli ripete: “I figli non sono di chi li cresce, perché bisogna provare una situazione come questa per capire cosa provi dentro. I figli sono di chi li cresce se tu li adotti, se te li danno in affido”.

È davvero così? I figli sono di chi li cresce? Oppure la genetica mantiene una valenza significativa che prima o poi salta fuori? La domanda impone una risposta, che però è molto difficile, perché in questa non c’è bianco o nero, ma le cose sono molto complesse.

Se da un lato l’aspetto genetico ha la sua valenza, è vero anche che la crescita di un figlio passa attraverso tappe importanti del suo sviluppo, che necessitano di una presenza, di un accudimento, di un accompagnamento importante della figura di riferimento.

Sono proprio le figure di accudimento, unite all’ambiente dove il bambino cresce, che fanno sì che quel piccolo cucciolo d’uomo organizzi la sua personalità, dia forma al suo essere nel mondo, entri in empatia con gli adulti vicini.

Richiamo genetico verso le origini ed esempi VIP

È fuor di dubbio che, nei bambini adottati, questo percorso è consapevole e voluto dalla coppia genitoriale. Altra cosa è laddove uno dei due genitori (generalmente il padre) resta all’oscuro della reale paternità tanto da credersi il genitore biologico. Quando scopre la nuda realtà, è come ricevere un colpo di machete. All’improvviso tutto acquista una dimensione nuova, imprevista, difficile da gestire, poiché le emozioni si scatenano in un’intensa lotta, imbevute di dolore e amore. Così anche la psicologia stenta a dare risposte esaustive su questo tema così significativo.

In una coppia – è vero – può accadere un inciampo. Tuttavia sarebbe doveroso essere trasparenti e chiari, senza celare la verità per anni poiché, una volta svelata, la via della consapevolezza e della comprensione è difficile.

La genetica insegna che il richiamo delle origini biologiche è forte. Anche nei bambini adottati, c’è la spinta a conoscere la famiglia naturale come se mancasse qualcosa, come se il cerchio della vita fosse incompleto. Poi, è fuor di dubbio che molto spesso i genitori “di cuore”, quelli che accudiscono il bimbo fin dalla prima infanzia, spesso sono migliori di quelli biologici. Ma il tutto deve accadere nella massima trasparenza, autenticità e onestà. Mai negare il dato reale, mai alterare la verità.

Tra i VIP sono tanti i figli adottivi. Padri e madri single, coppie che non riescono ad avere un figlio naturalmente, desiderio di aiutare bambini in difficoltà: sono questi i principali motivi che spingono i genitori a fare delle adozioni.

Da Lionel Richie ad Angelina Jolie, a Sandra Bullock, Charlize Theron e Kristin Davis. A loro si aggiungono, in Italia, Luciana Littizzetto, Simona Ventura, Barbara Palombelli, Maria De Filippi, solo per citarne qualcuno. Tutti, più o meno, sono riusciti a costruire rapporti soddisfacenti con i figli. In questi casi, però, è chiaro il ruolo genitoriale, la sua funzione e il suo intento. Non c’è inganno.

Bugie e il caso di Woody Allen

Il problema accade quando l’inganno maschera la realtà. Qui la frattura può diventare non più arginabile, come nel caso di Mengoli. Il rapporto rischia di spezzarsi per sempre. E se questo è vero, perché alcune donne preferiscono mentire piuttosto che dire la verità?

Senza dubbio, la paura principale è quella di perdere uno status acquisito. Status che, con una gravidanza extra-coniugale, si potrebbe infrangere. Allora presto fatto, la menzogna appare la migliore soluzione.

Oggi, con il test del DNA, si moltiplicano i casi di genitori che scoprono di non essere “naturali”. Il DNA è la prova delle prove, la pistola fumante di un tradimento che mette sotto inquisizione le certezze di una vita. Ma può un test cancellare l’amore?

Meglio fare come Woody Allen, che ha preferito aggirare il problema. L’ex compagna Mia Farrow sostiene che il figlio Ronan non sia suo, ma di Frank Sinatra. Papà Allen, quando sente questa frase, allarga le braccia dicendo con il suo fare generoso: “Può anche essere”. Il test non è stato mai fatto.

Doloroso è il caso dell’attore Fabio Camilli, che scoprì all’età di 25 anni di non essere figlio della coreografa Maurizia Calì e di Romano Camilli, bensì del cantante Domenico Modugno.

Il tribunale lo ha riconosciuto un anno fa figlio dell’artista morto nel 1994. “Quando l’ho saputo era già malato e poco tempo dopo è morto”, ha detto Camilli. “E così le tante domande che avrei voluto fargli sono rimaste senza risposta. Così come quelle che avrei voluto rivolgere al padre con il quale ho vissuto per tanti anni. Quando sono riuscito a rimettere in piedi un rapporto, non più viziato da questa vicenda, anche lui purtroppo è morto”.

È importante che la rivelazione venga ben gestita, altrimenti il rischio che un rapporto intrecciato in anni si sbricioli come se nulla fosse mai esistito. Sta alla capacità degli interessati non negare l’amore ricevuto, anche se il concepimento biologico è da imputare a un altro individuo.

L’amore non è a compartimenti stagni, si costruisce e si moltiplica. Solo chi davvero si è sentito amato, riconosce quell’amore di là dall’a- spetto biologico.